Disturbi alimentari - Psicologa Candida Lazzari

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Disturbi alimentari

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Negli ultimi decenni, il rapporto dell'essere umano con il cibo è divenuto sempre più complesso, e l'atto di mangiare è stato rivestito di significati simbolici, frutto di quei cambiamenti socio-culturali che vedono soprattutto la donna come protagonista. Le radici culturali e fisiologiche, i valori e i modelli familiari devono confrontarsi con nuovi modelli di riferimento che influenzano la formazione e lo sviluppo della sua identità personale.
La donna è, infatti, sottoposta a modelli estetici e salutisti che la incoraggiano nel controllo del cibo e del peso corporeo per raggiungere ideali di bellezza e magrezza, sempre più decantati dalla moda e dai mezzi visivi. Di contro, nei paesi occidentali, si assiste ormai da anni ad un incremento della disponibilità alimentare, che facilita la possibilità che il cibo possa essere oggetto di uso perverso, abuso e dipendenza.

A noi tutti sarà capitato di fare una dieta o di intraprendere un'attività sportiva per raggiungere il peso "ideale", ma quando questo diventa il fulcro dei propri pensieri, ed il controllo del peso una vera e propria ossessione, siamo di fronte ad un problema più serio che merita un approfondimento.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) vengono distinti principalmente in:
Anoressia: con questo termine s'intende il rifiuto di mantenere il peso corporeo entro i limiti normali per l'età e la statura, la paura di aumentare di peso anche se si è sottopeso, le alterazioni nel percepire la forma del proprio corpo, e per le donne, l' amenorra, cioè interruzione del ciclo mestruale per almeno tre mesi.

Bulimia: per Bulimia s'intende la presenza di episodi ricorrenti di abbuffate di cibo e condotte compensatorie per evitare l'aumento di peso. L'abbuffata è caratterizzata dal mangiare per un lungo periodo di tempo, ad es. due ore, una quantità di cibo eccessiva, e dalla sensazione di non poter controllarsi, mettendo fine all'abbuffata. Le condotte compensatorie possono essere di due tipi: con condotte di eliminazione, se si ricorre al vomito autoindotto o all'uso inappropriato di lassativi e enteroclismi; senza condotte di eliminazione, se si ricorre a forme di compensazione, quali il digiuno o l'esercizio fisico eccessivo.

Binge Eating Disorder (BED): con questo termine s'intende un disturbo da alimentazione incontrollata, caratterizzato da assunzioni ricorrenti e protratte di cibo, associate ad una perdita di controllo. A differenza della bulimia nervosa, non sono presenti condotte di eliminazione e di compensazione. Secondo il DSM, il BED è associato anche ad altri comportamenti, quali, ad esempio, mangiare fino a sentirsi spiacevolmente pieni, mangiare molto più rapidamente del normale, mangiare soli perché si prova imbarazzo, sentirsi disgustati di se stessi, depressi e in colpa.

Obesità: si tratta di una patologia caratterizzata dall'aumento della massa grassa, che si sviluppa per l'influenza di fattori fisiologici, metabolici e genetici, stili di vita (sedentarietà e alimentazione ricca di grassi) e fattori comportamentali. Per fattori fisiologici, s'intende l'alterazione del senso di fame-sazietà; per fattori metabolici e genetici, intendiamo rispettivamente l'insieme di processi attraverso i quali il corpo consuma energia per mantenersi in vita, e l'influenza della famiglia nella genesi del disturbo.

NAS: si tratta di quei disturbi che non soddisfano i criteri specifici di nessun Disturbo dell'alimentazione. Ad es. sono presenti, per le donne, tutti i criteri dell'anoressia, ma il ciclo mestruale è regolare; oppure, sono soddisfatti tutti i criteri della bulimia, le abbuffate e le condotte compensatorie, ma non è soddisfatta la frequenza, inferiore a quella inserita nel DSM (due volte a settimana per tre mesi).

I DCA colpiscono maggiormente i giovani, nella fascia d'età compresa tra i 10 e i 30 anni, anche se sono in aumento forme d'insorgenza più tardiva. In prevalenza il disturbo interessa le donne, ma sono in aumento i casi di anoressia e bulimia maschile.
Al di là delle cause socio-culturali, possiamo dire che attraverso il rapporto con il cibo – negato, cercato, rifiutato, o ingerito in quantità eccessiva- si esprime quindi il bisogno di essere visto e di ricevere amore. Trattandosi di un disagio psicologico profondo, si predilige il metodo terapeutico per affrontare il problema nelle sue varie sfaccettature, come la risposta più adeguata alla domanda d'aiuto (in combinazione, ovviamente, al supporto medico specialistico).
PSICOLOGA
PSICOTERAPEUTA
Crema - Cremona
Cell.: 348 7643189
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